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L’escursione a San Fedelino

IL NOSTRO TERRITORIO NEGLI ANNI

Il vecchio nucleo di Samolaco si chiamava “summu lacu” (in cima al lago), dato che ai tempi dei romani il lago arrivava fino a San Pietro (sua frazione). Come anche Villa di Chiavenna, non sappiamo quale fosse l’estensione di Samolaco visto che non c’è un centro storico ma è diviso in tante frazioni. La chiesa più importante era quella di San Giovanni all’Archetto (di cui parleremo nella slide successiva), vicino alla quale c’erano dei paesini distrutti poi dalle alluvioni del Mera. La strada che porta a San Fedelino era quella ufficiale per Chiavenna (all’epoca le strade erano sterrate e piuttosto strette), ma non era l’unica via, si poteva infatti raggiungere via lago. Soltanto nel 1822 gli austriaci costruiranno la prima strada carrozzabile dello Spluga, quella, che al giorno d’oggi porta a Chiavenna.

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI ALL’ARCHETTO

La chiesa di San Giovanni all’Archetto si trova a Samolaco ed è stata costruita nel Medioevo da gente comune del posto, donne e bambini che prendevano materiali dai fiumi per costruire la chiesetta e lavoravano gratuitamente. Questa chiesa era considerata la più famosa del luogo e anche la più frequentata. L’abside è rivolto a est e nel prospetto ovest manca la copertura. La chiesa di San Giovanni all’Archetto è stata restaurata ben tre volte negli anni, la più recente è stata nel 2012.

Il dipinto esterno è stato disegnato da un pittore di Chiavenna alla fine del ‘800. Sono stati fatti anche degli scavi per trovare il fonte battesimale poiché la chiesetta è crollata ed è stata ricostruita con le stesse pietre. I materiali con cui è stata costruita erano la pietra, il legno e poca calce visto che era molto rara e costosa (il posto più vicino dove prenderla era Lecco).

LE FORNACI

Nelle fornaci di San Fedelino veniva cotta la calce per costruire quasi tutti i monumenti della Valchiavenna e della valle Spluga. Qui nei nostri paesi non c’era la calce che infatti proveniva dal lago (soprattutto da Lecco) ed era molto costosa. La calce è il legante necessario per la stabilità dei muri; impiegava molto a cuocere (circa una settimana se non di più) e veniva successivamente spenta con l’acqua. Il cemento venne introdotto nella Rivoluzione industriale (1700-1800) ma qui da noi arrivò solo dopo la Seconda guerra mondiale (ed era calce carbonata).

IL PERCORSO

Il percorso per arrivare al tempietto di San Fedelino si chiamava “via Francisca” (strada franca), una via libera e sicura che l’imperatore proteggeva. La via passava a mezza costa sul monte Berlinghera, dove ancora oggi è possibile vedere la deviazione. L’Adda arrivava fino alla galleria di mina e si gettava nel lago di Mezzola; l’attuale Nuova Olonio, infatti, era una palude e venne solo successivamente fondata da don Guanella nel ‘900. Il monte Berlinghera finisce proprio a San Fedelino, tuffandosi nel lago.

IL TEMPIETTO DI SAN FEDELINO

Il tempietto è stato costruito nel decimo secolo d.C. (più precisamente nel 960 d.C.), in ricordo del martire Fedele. La facciata è contro la montagna dato che l’abside doveva essere rivolto a est, come in tutte le chiese medioevali (poiché dove nasce il sole nasce la verità di Dio). Costituita da pietre della montagna e del fiume, ha una pianta di 5.40×5.20m di profondità. Gli archetti sono fatti di carbonato di calcio e zolfo. Dentro le finestrelle ci sono delle aperture che richiamano lo stile gotico. All’interno ci sono degli affreschi rovinati dall’assenza di manutenzione e dagli agenti atmosferici.

ALTRE CURIOSITÀ

Ci sono inoltre tracce di intonaco e di un affresco di San Cristoforo (il patrono dei viandanti, sempre rappresentato in grandi dimensioni all’esterno delle chiese). Nel tempietto ci sono due porte e un sacrario (dove c’erano le reliquie). C’è anche una volta a crociera che solitamente è sorretta da peducci, ma qui c’è una piccola scultura di una persona con un cappello molto strano che incute un po’ di paura. Secondo qualcuno era Satana, infatti quando si svolgevano i battesimi il padrino si fermava davanti alla statua e rinnegava appunto Satana, dopodiché il bambino poteva essere battezzato.

San Fedelino fu una delle prime chiese della diocesi di Como.

Nel ‘900 un prete acquistò la chiesa da privati e la intestò alla parrocchia di Novate nonostante facesse parte del comune di Sorico.

Infine, qui ci fu la prima cava del granito di San Fedelino invece che a Novate dove c’era la dominazione dei Grigioni (San Fedelino era, invece, parte del Ducato di Milano). Poi con la conquista di Napoleone venne aperta la cava a Novate.

LA STORIA DI SAN FEDELE

Nel terzo secolo d.C. Fedele era soldato a Milano; a quel tempo gli imperatori erano due: Diocleziano a Roma e Massimiano a Milano. Fedele e altri soldati si erano convertiti al cristianesimo e rifiutavano quindi di pregare gli dei pagani. Fedele e i suoi compagni fuggirono e furono bloccati: Carpoforo a Como, Alessandro a Bergamo e Fedele a San Fedelino. Quest’ultimo venne qui ucciso dopodiché non si seppe più niente per otto secoli fino a quando una donna eremita trovò su una pietra il nome di Fedele e le sue ossa. Questa avvisò il vescovo di Como il quale portò le ossa di Fedele nella chiesa della città dove si trovano ancora oggi.

LA SPIAGGETTA

A San Fedelino, oltre al tempietto, è presente anche una piccola spiaggetta molto frequentata soprattutto in estate. Molti bar offrono il servizio di trasporto con barche con guida o noleggio di piccole canoe, partendo dalla frazione di Campo Mezzola.

Irene Gianera, Caterina Nonini

Per una maggiore completezza e per mostrare il grande lavoro svolto dalle alunne da cui abbiamo preso il testo dell’articolo, si allega il file pdf della presentazione da loro creata, davvero di altissimo livello.

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Gianera-Nonini-C.pdf

Inoltre, teniamo a ringraziare gli accompagnatori di questa uscita, il prof. Guido Scaramellini e il prof. Stefano Succetti che hanno messo a disposizione degli studenti le loro ampie e approfondite conoscenze.

Infine, alleghiamo di seguito tutte le relazioni e le presentazioni create dagli alunni delle classi 2A e 2B della SSIG di Novate Mezzola che nell’Anno Scolastico 2023/2024 hanno partecipato a questa uscita a San Fedelino.

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Bagnato-Dragan.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Bertolini-Cerri-Posca.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Braga-Copes-I.-Moretti.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Colzada-Lisignoli.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Copes-M.-Molteni-Nonini-E.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Copes-P.-Copes-V.-Sibau.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-De-Stefani-Mihaescu.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Della-Bitta-Oregioni.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-El-Ouadghiri-Gallo.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Fascendini-Herbert.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Fascendini-Nonini-D.-Pedraglio.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Fratelli-Marotta-Pinoli.pdf

https://www.progettovalcodera.it/wp-content/uploads/2024/06/San-Fedelino-Marchioni-Olivieri-Tavasci.pdf

NB: i prodotti realizzati dagli alunni sono stati aggiustati solo a livello ortografico da parte dei docenti al fine di far risaltare al meglio il lavoro degli studenti e per non snaturare l’idea di fondo che è alla base del progetto stesso. Vogliate perdonare la presenza di qualche, eventuale, inesattezza storica o sconnessione testuale!

Un pensiero su “L’escursione a San Fedelino

  • ROBERTA COSSALTER

    Bellissimo!!!! Bravi!!!👍👏👏👏

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